Crepare di maggio by Alan Parks

Crepare di maggio by Alan Parks

autore:Alan Parks [Parks, Alan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2023-04-25T00:00:00+00:00


37.

“Merda!” Murray tirò un calcio a una scatola di cartone nell’angolo della stanza.

McCoy non poteva dargli torto, a quanto pareva tutto il loro sforzo non era servito a nulla. Ci erano andati vicini, ma non abbastanza. Si trovavano in un magazzino all’estremità orientale del mercato della frutta. Praticamente era una grande scatola bianca, pavimento di cemento, pareti di intonaco grezzo, circa due metri quadrati. In un angolo c’erano due materassi, un secchio pieno di piscio, cartocci di fish and chips e un paio di bottiglie vuote di Irn-Bru.

Il cane poliziotto uggiolava, probabilmente si chiedeva perché nessuno si mostrasse contento di quanto aveva scoperto. McCoy si avvicinò all’angolo, rovistò tra le confezioni delle patate fritte con la punta della scarpa e scoprì che sotto c’era la carta di una barretta di Mars.

“Di chi è questo posto?” chiese Murray.

“Di nessuno,” rispose Wattie. “È sfitto da un paio d’anni. L’ultimo inquilino è stato un vecchio italiano. Importava pomodori in scatola, è andato in pensione anni fa.”

“Perché spostarli?” chiese McCoy. “Questa è una sistemazione piuttosto sicura, mi pare.”

“Forse qualcosa li ha spaventati,” disse Wattie. “Hanno temuto di essere scoperti.”

“Ci sono tre involucri di fish and chips,” disse McCoy. “Vuol dire che è qui che li hanno portati subito.”

“I ragazzi del laboratorio li avete chiamati?” chiese Murray.

Wattie annuì. “Stanno arrivando.”

“Forse troveranno qualcosa.” La rabbia di Murray sembrava essersi placata in una sorta di rassegnata stanchezza. “Dobbiamo trovare quel ragazzo prima che gli succeda qualcosa. Forse…”

“È qui?”

Sulla porta c’era Tom McCauley, la cui mole bloccava quasi tutta la luce.

McCoy scosse la testa.

McCauley sembrava uno a cui avevano appena sferrato un pugno nello stomaco. Emise un gemito e si aggrappò al muro.

“Posso chiederle cosa ci fa qui, signor McCauley? O meglio, come faceva a sapere che eravamo qui?” disse Murray.

McCauley si asciugò gli occhi con la manica della camicia, cercando di ricomporsi. “Ho una società di trasporti. Alcuni dei ragazzi lavorano qui. Mi hanno chiamato quando hanno capito cosa stava succedendo.”

McCoy sgranò gli occhi. L’ultima cosa di cui avevano bisogno era un padre sconvolto che se ne andava in giro.

“È qui che si trovavano?” chiese McCauley, indicando i materassi.

“Pensiamo di sì,” disse McCoy.

“E adesso dov’è?” chiese McCauley.

McCoy e Murray si guardarono.

“Facciamo così, signor McCauley,” disse McCoy. “Venga con me, ci prendiamo una tazza di tè, eh? Così le dico com’è andata secondo noi.”

McCauley annuì, lo sguardo fisso sui materassi nell’angolo.

McCoy gli prese il braccio. McCauley si strinse a lui come un bambino smarrito mentre uscivano dalla porta.

“Ha idea di cosa abbiamo passato io e sua madre?” chiese McCauley seduto su una panchina vicino al furgone degli hamburger.

McCoy gli porse una tazza di tè. Rispose sinceramente. “Non riesco nemmeno a immaginarlo.”

“Quando è arrivata la notizia del primo ragazzo ho pensato che mia moglie sarebbe impazzita o che si sarebbe uccisa o qualcosa del genere. Non ho mai visto nessuno soffrire così tanto in vita mia. Non riuscivo a parlarle, non riuscivo a toccarla. Non mangia da quando lui non c’è più, ha i nervi a fior di pelle,



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